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Un sogno… un’impresa

dal 5 agosto 2016 al 4 settembre 2016

L’amideria Chiozza. Il racconto del grande sogno di Luigi Chiozza, diventato una meravigliosa realtà. L’amore delle donne e degli uomini che hanno fatto grande questo luogo. L’emozione, lo stupore, l’ammirazione per aver scoperto questo luogo.

Chimico e scienziato di origine triestina, amico di Pasteur, Luigi Chiozza aveva trasformato il suo sogno in una meravigliosa realtà, regalandoci una delle più produttive attività industriali in Friuli dalla fine dell’Ottocento, innovativa per scelta dei materiali ma anche per lo sviluppo dei macchinari appositamente costruiti.

L’Amideria Chiozza è un edificio-macchina creato con criteri di autosufficienza, al quale tutto il mondo ha guardato come ad un esempio produttivo moderno e come a una scoperta innovativa eccezionale per l’estrazione e la lavorazione dell’amido.
Sorse nel 1865 lungo la roggia denominata “La Fredda” sui resti di un vecchio mulino, nella località omonima sita in Perteole, inaugurando in loco il ciclo chimico-industriale dell’estrazione dell’amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e definitivamente dal 1872 dal riso. Avvalendosi delle sue profonde conoscenze scientifiche, Chiozza rivoluzionò le tecniche agricole per poi coniugare l’agricoltura e l’industria in un unico filone commerciale.

All’epoca era una fabbrica di una modernità fuori dal tempo non solo nell’organizzazione di tutto il processo produttivo, a partire dalla materia prima cioè il riso, per arrivare al prodotto finito l’amido, curando anche lo sviluppo dei mezzi di trasporto necessari alle spedizioni in tutta Europa e fino in America, ma anche un progetto futuristico per distribuzione degli spazi e dei locali destinati alle lavorazioni, rispettoso delle norme di sicurezza, in modo quasi impensabile per quel periodo storico..

L’Amideria di Perteole ha prodotto per più di cento anni amido di ottima qualità, richiesto soprattutto dal mercato americano, restando operativa fino al 1986. Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, con capitali triestini, nel 1902, ad una nuova società “La nuova Pilatura Triestina”.

A questo periodo risale la grande ristrutturazione della fabbrica con l’introduzione di nuove caldaie e macchine per aumentarne la produzione.
Attualmente lo stabile è di proprietà del comune di Ruda che naturalmente auspica il recupero e la riqualificazione di questo affascinante luogo.