Il paese di Cave del Predil è terra di confini. Nascosto tra i boschi delle Alpi Giulie, oggi è lo spettro di quello che fu un luogo di progresso e avanguardia. A Cave del Predil tutto parla del passato: i discorsi al bar, i simboli della miniera impressi nei giacconi con cui un tempo si lavorava, i salotti in cui si esibiscono vecchi oggetti di lavoro e cimeli storici della valle, i volti locali che parlano di popoli uniti dalla stessa storia. Le strutture della miniera abbandonata fanno da cornice a un paese imprigionato nel passato. Quasi si trattasse di un déjà vu, queste immagini ci trasportano nella dimensione della memoria, in cui la coerenza e la cronologia passano in secondo piano. La miniera sembra l’unico punto fermo in questa piccola valle, in cui si sono incrociati imperi, nazioni, popoli e etnie. Le storie della vita e della ricchezza di un tempo sono ormai congelate sotto le nevi invernali ma Cave non vuole “dimenticarsi” e aspetta, sempre più impaziente, che ci si ricordi di lei. Il materiale di repertorio, unito alle voci e ai volti del presente, riesce a dare un senso a quegli spazi ormai svuotati e a disegnare un ritratto della storia umana di Cave del Predil. Il paesaggio etereo delle Alpi Giulie fa da contrappunto, quasi fosse un osservatore a-temporale che ci ricorda quanto effimera sia la nostra presenza.
La proiezione di AVENÂL, alla presenza di Anna Sandrini e di alcuni minatori di Cave, si terrà giovedì 10 novembre alle 19.00 al Visionario.