Ciclo

Li chiamavano maestri

dal 19 febbraio 2019 al 5 marzo 2019

Grandi classici che ritrovano l’incontro vivo con il pubblico. Capolavori di ogni tempo (e senza tempo) che tornano in sala e tornano ad essere prime visioni, perché è solo la visione condivisa davanti a un grande schermo che può recuperare, di questi film, l’autentica bellezza visiva, l’emozione dirompente, e tutto il divertimento, il piacere, il brivido. Per quale motivo rivedere o, finalmente, vedere Rossellini o Truffaut? Facile: perché è un piacere. Schivando tutti gli intellettualismi e i ragionamenti da libro stampato, gettarsi nel triangolo amoroso di Jules e Jim, nell’Italia di Ladri di biciclette o scoprire che Welles amava dipingere sono momenti di puro godimento cinematografico. L’atmosfera della sala, la luce dello schermo, la nitidezza delle immagini, il potere della storia, i volti degli attori, lo stile delle inquadrature: sono gli ingredienti che fanno la magia! Semplici ma dosati con bravura, tanto da incantare nonostante il passare degli anni. Non per niente… LI CHIAMAVANO MAESTRI.

 

19 febbraio
LADRI DI BICICLETTE di Vittorio De Sica, Italia 1948, 88’
“Perché pescare avventure straordinarie quando ciò che passa sotto i nostri occhi è così pieno di una reale angoscia?” (De Sica). Ladri di biciclette è uno dei capolavori realizzati con Zavattini in cui il quadro della miseria dell’Italia del dopoguerra è condensato nella storia di un attacchino cui viene rubata la bicicletta, unico mezzo di sostentamento. Bazin lo definì “il centro ideale attorno al quale orbitano le opere degli altri registi del neorealismo”.

26 febbraio
LO SGUARDO DI ORSON di Mark Cousins, GB 2018, 110’
“Solo una persona può decidere il mio destino e quella persona sono io.” Questo è Charles Foster Kane, protagonista e alter ego di Welles in Quarto Potere, il film che sconvolse il mondo del cinema. Grazie all’accesso a materiale inedito e privato di Welles, Mark Cousins indaga la sua leggenda riscoprendo uno dei più brillanti autori del XX secolo attraverso i suoi occhi, i suoi disegni a mano e i dipinti a olio su tela.

5 marzo
JULES E JIM di François Truffaut, Francia 1961, 110’
La dolce vita secondo Truffaut. Nella Parigi bohémienne negli anni Dieci, due uomini e una donna provano ad amarsi oltre le regole, attraverso il tempo, la guerra, matrimoni e amanti, accensioni e delusioni: Jeanne Moreau con i suoi travestimenti, il suo broncio altero, la sua voce magica percorre tutti i tourbillons de la vie, ma alla fine è lei a non saper accettare la resa. Il film definitivo sul perdere, sul perdersi, capolavoro d’utopia dolcemente amorale.