rassegna

LE DISTOPIE CYBERPUNK DI TSUKAMOTO SHINYA

dal 13 marzo 2025 al 22 maggio 2025

Come David Cronenberg (il suo padre spirituale), Tsukamoto Shinya è esploso alla fama con un manifesto della “nuova carne”, Tetsuo, e la “nuova carne” di Tsukamoto è la fusione dell’organico con il meccanico. In seguito Tsukamoto ha allargato la sua visuale, mantenendo al centro del suo cinema il corpo in trasformazione: mutazioni meccaniche (Tetsuo), metamorfosi horror (Hiruko), aberranti gonfiori (il pugilistico Tokyo Fist), piercing. Il corpo che stilla sudore e sangue. Il corpo esplorato oltre la morte, fino all’anima, in quell’assoluto capolavoro che è Vital. Può stupire che con Kotoko il regista ci abbia dato una delle più potenti raffigurazioni della pazzia mai viste? Tsukamoto ama ricoprire tutti i ruoli: regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, interpretazione. Alterna la macchina da presa a mano a inquadrature di rigore classico; a unificare i due modi è sempre un montaggio frazionato, cinetico, “postmoderno”. In un cinema estremo (ma attraversato da un perverso senso dell’umorismo), dallo statuto di realtà ambiguo, si ripetono topoi e ossessioni: la pulsione di distruzione, il rapporto sadomasochistico, il doppio, la malattia, l’amnesia, la violenza e la rabbia. Il suo grande tema (non ignoto al cinema giapponese: basta pensare a Imamura) è l’emergere implacabile delle profonde forze istintuali, scatenato dalla violenza o dal ricatto, sotto la tenue vernice “civile” del sarariman (il tipico impiegato giapponese) fra i grattacieli-alveare della metropoli ipertrofica. (Giorgio Placereani)

HOKAGE – OMBRA DI FUOCO (2023)
Hokage è il terzo capolavoro di una trilogia sulla guerra, dopo Nobi e Zan. In Giappone, in una città in rovina, una donna che si prostituisce, un reduce e un orfano fanno un precario tentativo di vivere insieme, sotto l’ombra della disperazione assoluta.

TETSUO – THE IRON MAN (1989)
Corpi che diventano uomo-macchina, in un mix “sporco” di carne e metallo (non senza il folle umorismo di Tsukamoto: il pene-trapano!). Influsso di Cronenberg e di Lynch, ma anche di Švankmajer. Il mondo diventerà metallo e lo scopo è la distruzione.

TETSUO II – BODY HAMMER (1992)
Ritorna la coppia di Tetsuo in un rifacimento a colori che anziché un seguito (la numerazione…) è un sorta di remake. L’anatomia collegata alla meccanica. Gli uomini modificati e il godimento erotico, come un orgasmo, nello sparare con l’arma-corpo.

TOKYO FIST (1995)
Con humour perverso, il pugilato diventa terreno di scontro nella rivalità per la stessa donna. La boxe, sempre connessa al sudore e al sangue, è la via alla trasformazione del corpo: muscoli da pompare e lividi gonfiori – cui si aggiunge il piercing.

A SNAKE OF JUNE (2002)
Una terapia psicologica forzata per la severa psicologa apre al godimento sessuale. Il tema dell’immagine riprodotta (l’eros della macchina fotografica) incrocia quelli del voyeurismo e della liberazione degli istinti attraverso violenza e ricatto.

VITAL (2004)
Qual è il posto dell’anima nel meccanismo di carne? Dove si va quando si è morti? In un grande film sull’elaborazione del lutto, il desiderio e l’amore, un uomo la cui amante è morta in un incidente studia medicina e un’autopsia riporta il passato.

KOTOKO (2011)
Una madre single impazzita “vede doppio” – cioè vede le persone e il loro doppio aggressivo, viene attaccata dai loro Doppelgänger. Con una splendida interpretazione della cantante Cocco, una potente descrizione “in soggettiva” della schizofrenia.

BULLET BALLET (1998)
“Siamo bloccati dentro un gioco senza fine”. Un impiegato sconvolto per il suicidio della moglie frequenta nei bassifondi un gruppo di teppisti innamorandosi di una di loro. Botte che prende a ripetizione: la comicità perversa e tragica di Tsukamoto.

KILLING (2018)
Un villaggio contadino ospita un aspirante “maestro della spada”. Un vecchio samurai gli offre di arruolarsi per lo Shōgun. Splendido film in costume in cui Tsukamoto declina in forme umaniste e pacifiste i suoi temi della rabbia e dell’aggressività.