Non si può certo dire che il matrimonio cinema-sport, per quanto lunghissimo, abbia mai dimostrato segni di stanchezza: eroi ed eroismi ci fanno emozionare da una vita. E poco importa se parliamo di pura fiction o di narrazioni giornalistiche, di vittorie gloriose o di cadute altrettanto gloriose: ciò che importa è la natura stessa di quelle storie. Ciò che importa è l’epica. Un’epica moderna e trasversale dove ognuno di noi, dal più dinamico al più sedentario, dal più appassionato al più indifferente, ha il diritto di specchiarsi e di riconoscersi. Perché lo sport, così come il cinema, è prima di tutto la rappresentazione di un sogno.
Oggi, forse, Rocky Balboa sarebbe campione di padel e i ragazzacci di Colpo secco giocherebbero a curling, e sottolineiamo forse, ma il punto è proprio questo: l’epica non si nutre necessariamente di sangue e di sudore, con buona pace di Omero e anche dei cartoni animati giapponesi (ricordate L’uomo tigre e la sua bizzarra idea di wrestling?). Soprattutto oggi, soprattutto sul grande schermo. Ecco il motivo per cui la rassegna In campo, firmata da Ultimo Uomo (sì, proprio la rivista cult) con CineAgenzia (già artefice di Mondovisioni), è una rassegna che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire: vedrete il calcio come non lo avete mai visto!
Tre bellissimi documentari per tre storie, vere e incredibili, totalmente fuori dagli schemi. Tre esempi di epica moderna che raccontano la rincorsa di tre desideri: il primo mondiale di calcio femminile, disconosciuto dalla FIFA e rimosso dalla memoria collettiva (Copa 71), l’avventura della nazionale curdo-svedese, cioè l’impossibile nazionale del Kurdistan (Allihopa), e la quasi-favola islandese di Kari Vidarsson, l’uomo che costruì, all by his self, un campo da calcio ai piedi di un vulcano (The Home Game)! Cos’altro aggiungere? Nulla. Adesso è semplicemente ora di scendere In campo. Gianmatteo Pellizzari
Giovedì 30 maggio ore 20.30
Ospite in sala le calciatrici friulane Elena Schiavo e Claudia Avon
COPA 71
di James Erskine e Rachel Ramsay, Regno Unito, 2023
È l’agosto 1971. Le nazionali di Inghilterra, Argentina, Messico, Francia, Danimarca e Italia si ritrovano nell’assolato stadio Azteca di Città del Messico. La portata del torneo è monumentale: sponsor sontuosi, ampia copertura televisiva, merchandising a ogni angolo di strada e folle di oltre 100.000 tifosi scatenati che partita dopo partita trasformano il mitico stadio in un inferno. I media sono in adorazione e l’atmosfera evoca i più grandi momenti della storia del calcio internazionale. Ma questo torneo è diverso da tutti i precedenti: in campo sono tutte donne, e probabilmente non ne avrete mai sentito parlare. È l’incredibile storia di Copa 71, la prima Coppa del Mondo femminile non ufficiale. Disconosciuto dalla FIFA e da tutte le federazioni calcistiche nazionali, il torneo è stato completamente cancellato dalla storia. Fino a oggi.
Acquista il biglietto online >
Giovedì 6 giugno ore 20.30
THE HOME GAME
di Smari Gunn e Logi Sigursveinsson, Islanda, 2023
Venticinque anni fa, in un piccolo villaggio di pescatori in Islanda, un uomo costruì da solo un campo da calcio ai piedi di un vulcano, sognando di fondare una squadra per giocare in casa una partita della coppa nazionale. Il sorteggio decise invece che avrebbero giocato in trasferta, persero 10-0, e nessuno mise mai più piede sul quel campo. Venticinque anni dopo, Kari Vidarsson resuscita il sogno del padre: giocare almeno una partita di coppa in casa, e perdere con meno di dieci gol di scarto. Kari adotta la filosofia paterna e arruola chiunque voglia di giocare, compresi un pescatore e suo figlio, un riluttante parroco protestante, e una madre di tre figli. Ma proprio l’inclusione di una donna mette a rischio la storica partita, perché le squadre miste non sono accettate dalla federazione islandese.
Giovedì 13 giugno ore 20.30
ALLIHOPA
di Kordo Doski, Canada/Iraq/Stati Uniti/Svezia, 2023
Allihopa, in svedese “tutti assieme”, è l’eccezionale racconto di come la squadra di calcio del Dalkurd, nata come progetto sociale in una cittadina operaia di provincia svedese, sia diventata di fatto la squadra nazionale del Kurdistan. Fondato da rifugiati curdi per aiutare i giovani ad ambientarsi nella loro nuova patria, il Dalkurd è diventato simbolo di speranza e unità per milioni di curdi in tutto il mondo. La trascinante cronaca segue la squadra curdo-svedese nell’impresa di entrare nella storia del calcio europeo, con una scalata senza precedenti attraverso il calcio dilettantistico e professionistico. Incontriamo il Dalkurd nella seconda serie, mentre lotta per raggiungere per la prima volta la divisione d’élite, l’Allsvenskan, più velocemente di quanto sia mai stato fatto prima.