L’ingresso allo spettacolo è gratuito. La prenotazione è obbligatoria utilizzando il seguente link: bit.ly/ColTempo.
Una grande firma del giornalismo rock, Massimo Cotto, una grande firma della canzone d’autore, Piero Sidoti, una grande serata di musica e di pensiero: sabato 26 settembre, alle 19.30, lo spettacolo Col tempo, sai inaugurerà ufficialmente il nuovo e supertecnologico Visionario!
L’evento si svolgerà nell’ambito del Festival FRATTEMPI. Arte e artigianato nella Valle del Tempo, la rassegna di Arti e Culture che nasce in Val Pesarina e propone eventi con artisti di livello internazionale non solo nei teatri, ma là dove si svolgono le principali attività produttive e l’opera ineguagliabile degli artigiani. Il Festival è organizzato dall’Associazione culturale CulturArti di Udine e dal Comune di Prato Carnico ed è realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli. La direzione artistica porta la firma del celebre cantautore Edoardo De Angelis.
Col tempo, sai non è un semplice concerto, non un semplice reading, ma una preziosa (brillante) ballata per narratore, voce e chitarra prodotta da Fuorivia e dedicata a Gianmaria Testa. Un viaggio che tocca Parigi e Genova sull’onda dei massimi chansonnier per (ri)scoprire chi erano e, soprattutto, per ricordarci chi siamo: da Jacques Brel a Paolo Conte, da Yves Montand a Luigi Tenco, passando per Fabrizio De André e, naturalmente, Gianmaria Testa. Col tempo, sai stava prendendo forma con lui, prima che la vita decidesse diversamente, e ora, appunto, sono i suoi amici Piero e Massimo a portarlo avanti con la supervisione di Paola Farinetti…
Col tempo, sai è un album con le immagini in bianco e nero di Juliette Greco che si abbronzava alla luna e di Edit Piaf che cantava come «centodiecimila uccelli dall’ugola insanguinata» (citando Leo Ferrè); del grande Brassens e dell’immenso Brel, belga innamorato di Parigi che andò a morire alle isole Marchesi; di quel Gainsbourg «morto per aver bevuto troppe sigarette», come scrisse Libération, e di quel Boris Vian che fondeva jazz e letteratura e immortalava la figura del disertore nella canzone di Francia.
E poi, ovviamente, le canzoni che indossavano dolcevita neri e occhiali dalla montatura spessa, quelle scritte da Bindi, Tenco, Lauzi e Paoli, attorniati da quattro amici al bar e immersi in un mondo da cambiare. E poi, ancora, De André e tutti gli altri, che hanno cantato Genova e la Parigi che non smette di brillare anche quando si addormenta…