Il confine tra Italia e Slovenia è sulle colline, sopra Trieste. Se lo attraversi a piedi di notte le luci della città brillano nel mare. Può sembrare l’avverarsi di un sogno. O l’inizio di un incubo.
In un confine interno dell’Unione Europea, quello tra Italia e Slovenia, i migranti asiatici della rotta balcanica che riescono ad attraversare la frontiera rischiano di essere fermati dalle forze dell’ordine italiane e rispediti fino in Bosnia, senza avere la possibilità di fare richiesta di asilo. Come avvengono queste operazioni? Cosa succede a chi le subisce? A raccontarlo sono alcuni dei migranti respinti. Le loro storie si intrecciano con le immagini realizzate con i telefonini durante i lunghi viaggi e con le contraddizioni e il dibattito all’interno delle Istituzioni italiane. Un’opera – Trieste è bella di notte – realizzata in collaborazione con ICS e Rivolti ai Balcani e con il patrocinio di Amnesty International e Medici Senza Frontiere.
Ospiti in sala lunedì 23 gennaio alle ore 20.30 gli autori Andrea Segre, Stefano Collizzolli, Matteo Calore e il giornalista e giurista Gianfranco Schiavone.
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