Evento speciale

Tarvòs

10 novembre 2023 - 18:00

Il 10 novembre alle 18.00 al Visionario ritornerà, dopo quasi mezzo secolo, Tarvòs, un personaggio a fumetti pubblicato nel 1978 sulla scia della voglia di riscatto e di rinascita che ha caratterizzato il Friuli che stava risorgendo dal dramma del terremoto. Lo presenteranno Giorgio Placereani del C.E.C. Udine, Silvia Moras ed Emanuele Barison del PAFF! Di Pordenone e Francesco Funaioli di Lucca. Sarà presente l’autore, Di Suald.

Evento gratuito con prenotazione. Prenota il tuo posto su https://tinyurl.com/Visio-Tarvos

Nato, a Cormons, dall’inventiva di Di Suald / Alessandro D’Osualdo per i tipi della Chiandetti Editore, Tarvòs ha riscontrato da subito un grande favore di pubblico tanto da diventare una collana di avventure di un certo successo che ha lasciato una positiva memoria negli anni. “Ancora oggi sono molte le persone che mi chiedono che fine abbia fatto e se ritornerà” ci racconta, in friulano, l’autore. “Per questo mi sono deciso a ricrearlo, ma con una grinta più matura e più aderente ai tempi”. Infatti, è un Tarvòs tutto nuovo quello che, risorto (si può ben dire vista la trama) a San Lorenzo, ci racconta la storia del re dei Venitalians/Venitaliani’, afflitto da problemi finanziari, che vuole far guerra all’imperatore dei Raustriacs/Raustriaci per impadronirsi delle sue terre dove si coltiva del buon tabacco, allora un grande business. La scusa, per dichiarare guerra, è la solita contestazione sui confini. Già in questo si nota l’intento allegorico e di attualità del fumetto che ricorda una delle troppe guerre passate di qui, quella che ha lasciato maggiori ricordi e retorica. In questo, si direbbe la prosecuzione di ‘Tarvos e i Talians’, secondo volume della vecchia collana.
A farne le spese, anche stavolta, saranno gli abitanti del paesino di Sighiét, dove Tarvòs vive, che si ritrovano in una terra di nessuno, tra i due avversari, a causa di due cartografi alquanto brilli. Ne conseguono momenti di divertimento a momenti di divertita riflessione e di sarcasmo. Questo esploderà soprattutto nella caricatura di un celebre poeta interventista o nelle votazioni paesane mentre, in un crescendo drammatico, si inseriranno storie d’amore, di gelosia e di guerra
Il sarcasmo e l’allegoria non sono le uniche novità della pubblicazione edita in friulano e in italiano. Al suo interno troverà spazio una terza lingua: il veneto. Meglio: tre veneti territorialmente diversi dal momento che anche quella parlata ha le sue, permalose, varianti. Linguisticamente, il friulano usato non è quello ‘normalizzato’ a tavolino, ma quello parlato dai friulani e reso semplice e accessibile nella scrittura. “In ciò – dice Di Suald – mi sono attenuto alle indicazioni del grande poeta sloveno Prešeren che, già nella prima metà dell’Ottocento, raccomandava un uso semplificato della scrittura per una maggior democraticità della stessa”.
Alla fine, ci sono gli interventi di vari esperti che spiegano alcune informazioni storiche presenti nel libro come la possibilità che la Grande Guerra sia scoppiata anche per il mercato del tabacco (si sa che il fumo fa male), da dove derivi la parola Tarvòs, di come il Friuli dovrebbe chiamarsi Carnia e di come i celti non esistano, almeno come noi li immaginiamo. In chiusura trovano posto tre racconti sulle ’33 muarts dal Un/33 morti dell’Uno’.
Una formula editoriale nuova per un libro molto curato, edito dalla neonata Ailîs D’Osualdo Edizioni, che, forse, segnerà la definitiva uscita di scena cartacea di Tarvòs per farlo rimanere nel ricordo collettivo.