EVENTO SPECIALE

“Shashamane”: un capitolo della lunga storia della diaspora africana

15 giugno 2017 - 18:30

Noi sappiamo dove stiamo andando/ Sappiamo da dove veniamo/ Stiamo lasciando Babilonia/ Stiamo andando nella terra paterna.  Bob Marley, Exodus.

Il viaggio verso Shashamane in Etiopia, dove una comunità di persone di origine africana è tornata a vivere nella terra dei padri. Un esodo di ritorno che per alcuni rappresenta un approdo, per altri una gabbia. “Shashamane” racconta un capitolo della lunga storia della diaspora africana attraverso le voci di uomini e donne che dopo 400 anni dall’inizio della schiavitù, hanno lasciato l’Occidente per tornare a casa.

Il triangolo che lega Gran Bretagna, Americhe e Africa è la cosiddetta “tratta degli schiavi”. Nel documentario questi tre continenti fanno da sfondo ai personaggi che raccontano la storia dal loro punto di vista: i membri della comunità di Shashamane, chi a Shashamane ha vissuto ma ha rinunciato all’impresa ed è tornato in occidente, chi è partito dall’Inghilterra per riportare un dono agli abitanti della terra promessa. Shashamane si trova a 250 km a sud di Addis Abeba, e fu qui che l’Imperatore d’Ethiopia, HIM Haile Selassie donò 500 acri a tutti i neri del mondo, discendenti degli schiavi, che desideravano tornare a casa.

La regista Giulia Amati, 38 anni, apre una porta su questo mondo con tre anni di lavoro tra Etiopia, Londra e Kingston in Giamaica. Un viaggio dalle molteplici letture: sul bisogno ancestrale di identità, sulla forza potente delle origini, sul razzismo.

Un appuntamento in collaborazione con Time For Africa