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Roberto Andò presenta “La Stranezza”

1 novembre 2022 - 17:15

Troveranno gli spettatori, entrando nella sala del teatro, alzato il sipario, e il palcoscenico com’è di giorno, senza quinte né scena, quasi al bujo e vuoto, perché abbiano fin da principio l’impressione d’uno spettacolo non preparato». Cosa può essere meglio di un mitico incipit pirandelliano per introdurre, giocando tra palco e realtà, l’ultimo e attesissimo film di Roberto Andò? Martedì 1 novembre il regista palermitano accompagnerà al Visionario di Udine (ore 17.15) LA STRANEZZA, proiettato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e in arrivo nelle sale da giovedì 27 ottobre.

Fatti storici e fantasia si intrecciano con passione e armonia in un racconto che potrebbe essere tutto vero. Nel 1920 Luigi Pirandello (interpretato da Toni Servillo) torna in Sicilia, nella sua Girgenti, per l’ottantesimo compleanno di Luigi Verga e per i funerali dell’amatissima balia Maria Stella. In questa occasione incontra Nofrio e Bastiano (Ficarra e Picone), becchini ma anche attori per diletto intenti a mettere in scena la loro nuova farsa, “La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu”. Il Maestro è in crisi creativa, e osservando di nascosto le prove della compagnia amatoriale di Nofrio e Bastiano trarrà ispirazione per uno dei suoi lavori più importanti, Sei personaggi in cerca d’autore.

«La Stranezza è una fantasia sull’atto creativo, sull’ispirazione. Un viaggio sospeso tra la vita reale del grande scrittore agrigentino e l’invenzione fantastica. Al centro c’è il rapporto tra Pirandello e i suoi personaggi. Tra Pirandello e la Sicilia, tra le ossessioni private di un genio e la vita di un paese siciliano negli anni ’20 del secolo scorso» afferma il regista, che prosegue: «Dall’incontro di due becchini con Pirandello nel fatidico 1920, è venuto fuori un film che mi auguro risulti divertente e misterioso, un mosaico in cui si compongono vertiginosamente i piani della realtà e della fantasia, del caos e dell’ordine, della tragedia e della commedia, della vita e della morte, temi cruciali alla vita in Sicilia, ma validi in ogni luogo del mondo. […] Questo film è un regalo che io, Salvo Ficarra e Valentino Picone ci siamo promessi molto tempo fa. A noi tre si è aggiunto un grande attore, complice e amico: Toni Servillo. La lavorazione è stata meravigliosa, e si è svolta in vari luoghi della Sicilia, a Palermo, Catania, Trapani, Erice, per poi concludersi a Roma, al Teatro Valle.»