“Ci sono due strade: una più difficile, una più facile…” il rugbista Ian McKinley ha scelto la più difficile, insieme alla sua famiglia. Una storia di coraggio, determinazione e condivisione. Un lungo cammino, dall’incidente durante la mischia, al ritorno ai campi di rugby ai massimi livelli.
Ian è irlandese, naturalizzato italiano, è mediano d’apertura nel Benetton Treviso e gioca nella nazionale italiana rugby. La sua carriera era iniziata presto a Dublino, nel Leinster e nella nazionale giovanile d’Irlanda. Le sue doti e capacità lo indicavano fin da giovanissimo come nascente campione. Tutta la famiglia lo sosteneva e lo affiancava. Un rapporto particolare lega Ian al terzo fratello, Philip, cappellano alla Dublin City University. E’ un legame fatto di scherzi e insegnamenti, abbracci e lotta. Improvvisamente nel 2010 la brillante carriera di Ian ha un brusco arresto: Il tacchetto della scarpa di un suo compagno colpisce il suo occhio. Iniziano mesi durissimi che lo portano in pochi mesi a un distacco di retina e alla perdita totale della vista. Ian è costretto al ritiro, a soli 21 anni. Cerca di non perdersi d’animo, consegue il diploma di allenatore e nel 2012 va a lavorare a Udine. Allenare non è la stessa cosa, il gioco è sempre lì davanti a lui. Sta male, non si rassegna. Philip non lascia solo il fratello, cerca di affiancarlo nel morale, dandogli forza. Vorrebbe però fare di più, aiutarlo a riprende in mano la sua vita. Il legame tra i due fratelli si rinforza giorno per giorno fino a portare risultati insperati. Nel 2014 la Federazione Internazionale concede l’approvazione della maschera portettiva: Ian può tornare a giocare. Con il supporto del fratello, della famiglia e degli allenatori inizia il periodo più duro di allenamenti e di ricupero interiore. Il 2 marzo 2014 debutta nel campionato italiano e realizza due mete. Ma la battaglia non è finita: Irlanda, Francia e Inghilterra non permettono l’uso della maschera protettiva. Ian così non può giocare proprio nella sua terra. E’ discriminato. La famiglia non si dà per vinta e mette in piedi una class action di portata mondiale, e otterrà giustizia.
Ora 1.500 giocatori in tutto il mondo giocano con la protezione e i bambini con problemi di vista non sono più esclusi. E la carriera di Ian raggiunge i vertici l’11 settembre 2017 a Catania il debutto con la nazionale italiana, contro le Figi, e Ian contribuisce con 3 punti. È la storia di un atleta che si mette nella mischia del rugby con una pesante riduzione fisica, la mancanza della vista da un occhio, e lo fa superando difficoltà di ogni genere. Ed è la storia di uno straordinario rapporto tra due fratelli, che insieme trovano la strada per superare i muri più duri. Dai fratelli e dalla famiglia McKinley può nascere la speranza per molti giovani che si lasciano abbattere nella disabilità, nella solitudine, della devastazione interiore. Ian ce l’ha fatta, Philip è stato la sua “ala di riserva” e la moglie Cordelia e la famiglia il suo giubbotto di salvataggio. “Mai prendere No come risposta”.
Evento organizzato in collaborazione con DS Events.