evento con ospite

Premio Darko Bratina 2022

21 ottobre 2022 - 18:18

Continua la stretta collaborazione con il festival cinematografico transfrontaliero Poklon viziji / Omaggio a una visione, che il Kinoatelje organizza dal 13 al 21 ottobre 2022, in collaborazione con una fitta rete di partner. La destinataria di quest’anno del Premio Darko Bratina e ospite del festival è la regista Helke Misselwitz. La retrospettiva delle opere scelte dell’autrice tedesca sarà presentata in sei città della Slovenia e dell’Italia.

Il festival sarà ospite del Cinema Visionario a Udine il 21 ottobre con tre proiezioni e incontri con il Dr. Claus Löser, storico cinematografico, collaboratore nonché amico di Helke Misselwitz.

La regista tedesca Helke Misselwitz riceve il premio Darko Bratina 2022 per le sue opere, piene di fascino, che fungono da cronaca degli anni che precedevano la caduta del muro di Berlino e di tutto ciò che ne seguì nella Repubblica Democratica Tedesca. Misselwitz ha documentato i cruciali mutamenti sociali e politici di un Paese che non esiste più. I suoi documentari e i film di finzione rivelano un calore umano raro ed un’attenzione particolare nei confronti di chiunque si offre alla macchina da presa. Sono saggi umanistici sulla vita e sull’amore e, allo stesso tempo, parlano di questioni pressanti come l’esistenza dei confini, del razzismo, la disuguaglianza delle donne sotto il regime socialista, la ricerca di un’identità nazionale o le difficoltà della classe operaia in una società capitalista. Nel suo obiettivo riesce a catturare con emozione la fragilità e la grandezza degli esseri umani che si confrontano con il peso della vita quotidiana e della storia.

Helke Misselwitz è una delle più importanti documentariste tedesche. È nata il 18 luglio 1947 a Planitz, una città della ex Repubblica Democratica Tedesca. Dal 1978 al 1982 ha studiato regia presso l’Accademia di Cinema e Televisione di Potsdam-Babelsberg. Per il DEFA, studio cinematografico di stato della DDR, realizzava prima dei brevi pezzi saggistici e negli anni successivi, invece, documentari e lungometraggi di finzione. Dal 1997 al 2014, Helke Misselwitz è stata docente di regia presso l’Università a Babelsberg e fa parte dell’Accademia delle Arti. Nel 2016 la regista ha ricevuto il premio speciale conferitole dai critici cinematografici tedeschi. Vive a Berlino e nei pressi di Rheinsberg.

HELGA PARIS, FOTOGRAFA (Helga Paris, Fotografin, 2019, 31’)
Udine — Cinema Visionario —  21. 10. 2022 alle 18.30
Nel suo ritratto della fotografa Helga Paris eseguito nella tecnica che divide lo schermo in tre parti, Misselwitz esplora la confluenza della vita nella pratica artistica creando un tutt’uno. Paris si annovera tra i più importanti fotografi della DDR. È amica e collaboratrice di Misselwitz, avendo lavorato come fotografa di scena in Herzsprung e come attrice in Piccolo angelo. I loro interessi sovrapposti per le esistenze in fuga, la vita quotidiana e le realtà al di là della narrazione ufficiale sono sempre rivolti alle persone. In questo caso, Paris stessa.

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO (Wer fürchtet sich vorm schwarzen Mann, 1989, 52′)
Udine — Cinema Visionario —  21. 10. 2022 alle 18.30
Misselwitz non intervista le protagoniste, le incontra. Il film parla di una piccola attività gestita da un’affascinante donna a Berlino Est che fornisce carbone per riscaldamento al vicinato ed è un esempio perfetto di apertura mentale. Mentre riesce sempre a sparire dietro la cinepresa, è in grado di avvicinarsi alle paure ed alle speranze delle sue protagoniste. In questo caso possiamo imparare a conoscere un mondo in via di sparizione che è sia crudele sia struggente, e tutte le difficoltà ed ingiustizie come, ad esempio, l’alcolismo e il suicidio quale risultato derivante dalle promesse disattese del socialismo.
Trailer >

RIFIUTI INGOMBRANTI (Sperrmüll, 1991, 79′)
Udine — Cinema Visionario — 21. 10. 2022 alle 20.30
A volte un film prende una piega diversa da quella che il suo autore si prefigge. Nel caso di Rifiuti ingombranti, Misselwitz ha voluto ritrarre un gruppo punk di Berlino Est che suonava i tamburi con i bidoni della spazzatura e quindi parlare della necessità di un cambiamento sociale, quando la storia ha di nuovo superato il cinema e la caduta del Muro ha cambiato non solo la sua opera ma anche i suoi protagonisti. Soprattutto Enrico, il giovane capo della band, si mostra subito sospettoso nei confronti delle offerte del cosiddetto “mondo libero”. Non si trasferisce all’Ovest e cerca di trovare il modo di proteggere la sua identità culturale. La sua storia non è assolutamente un’eccezione, ma è una storia spesso soppressa nei discorsi tedeschi sulla DDR e rappresenta il divario ancora esistente tra Est e Ovest.