Alla vigilia del primo conflitto mondiale, nella Trieste contesa tra l’Italia e l’Austria, la bella e disinvolta Edda Marty decide di rompere le rigide convenzioni dell’ambiente borghese e bigotto da cui proviene iscrivendosi, unica donna tra soli uomini, all’ultimo anno ginnasiale di un Liceo classico maschile, in attesa di intraprendere gli studi universitari in psicologia.
In apertura: IL CARSO (1960, 11’)
Un cortometraggio prodotto dalla Documento Film e girato sul Carso triestino durante le vacanze di Natale del 1959. Giraldi, all’epoca ex giornalista cinematografico emigrato a Roma e attivo come assistente alla regia, firma un personalissimo, dolceamaro affresco ‘western’ sulla propria terra d’origine. Giuseppe Pinori – in seguito direttore della fotografia per Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, i fratelli Taviani – immortala tramite immagini indelebili il duro lavoro quotidiano dei pescatori e dei contadini di Santa Croce/Sveti Križ. Un villaggio in via di rapido spopolamento, schiacciato tra il confine con la Jugoslavia di Tito e le pendici a strapiombo sul Golfo di Trieste. Callisto Cosulich, critico triestino già noto, anche lui emigrato nella capitale, ha composto un lirico commento fuori campo.
Introduzione a cura di Alessandro Cuk (giornalista e critico cinematografico, autore del volume La trilogia istriana nel cinema di Franco Giraldi, Venezia, Alcione Editore, 2021)