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THE END WILL BE SPECTACULAR

17 novembre 2021 - 19:30

Prima regionale assoluta per The End Will Be Spectacular, il film girato sul confine turco-siriano mentre infuriavano i combattimenti contro l’Isis. L’appuntamento è fissato al Visionario, mercoledì 17 novembre alle 19.30, e nasce dalla collaborazione tra CEC-Centro Espressioni Cinematografiche, vicino/lontano e Librerie in Comune sotto il segno della campagna “Udine per Nûdem”, avviata lo scorso autunno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione curda e in sostegno della giovane folk singer turca di origine curda Nûdem Durak.
La proiezione verrà introdotta da Federico Venturini, ricercatore all’Università di Udine ed esperto in ecologia sociale e processi partecipativi. Con Jeffrey Miles ha curato il volume La vostra libertà e la mia. Abdullah Öcalan e la questione curda nella Turchia di Erdogan, pubblicato prima in inglese e poi in traduzione italiana per Edizioni Punto Rosso con copertina disegnata da Zerocalcare. Previsto anche un video-intervento di Diyar Hesso, produttore del film e co-fondatore del Rojava Film Commune.

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Prodotto da Komîna Fîlm a Rojava e diretto da Ersin Çeli (più volte arrestato in Turchia per il suo lavoro di giornalista), The End Will Be Spectacular si basa sui diari dei caduti e sulle testimonianze dei superstiti, ricostruendo la storia dei cento giorni della resistenza curda nell’antico quartiere di Sur a Diyarbakir, città della Turchia sud-orientale, a maggioranza curda, durante l’assedio dell’esercito turco del 2015. Una storia troppo poco conosciuta, che merita la nostra attenzione.

Sur, patrimonio dell’Unesco, venne quasi completamente distrutto: «La catastrofe – sono parole del regista – è stata ampiamente ignorata e ritenevo per questo doveroso raccontarla». Ersin Çeli è membro del Rojava Film Commune, istituito proprio nel 2015, durante la guerra civile siriana, per realizzare film che documentassero i fatti dalla prospettiva curda. “Haki” e “Servan the Pirate”, due dei pochissimi sopravvissuti coinvolti nella resistenza di Sur, sono stati convinti dal regista ad interpretare se stessi nel film.
«Se si cerca sulla mappa il Kurdistan – sottolinea il professor Venturini, che ha fatto parte delle delegazioni internazionali di pace Imrali organizzate dalla Commissione civica dell’EU-Turchia – non lo si trova. Tuttavia il popolo curdo esiste: con la sua storia, la sua lingua, la sua tradizione. Un popolo oppresso da centinaia di anni, vittima della spartizione del Medio-Oriente imposta alla fine della seconda guerra mondiale. Ora chiede non più uno stato indipendente, ma una maggiore autonomia all’interno di un disegno politico di confederalismo democratico: un progetto fondato su ecologia, democrazia e parità di genere. Questa aspirazione a una legittima libertà si scontra però con il sogno neo-ottomano di Erdogan, e così, il popolo curdo continua a subire la violazione sistematica dei propri diritti».